La giornata odierna, non ancora conclusa, si è evoluta secondo le seguenti modalità…c’è chi ha sostenuto un esame (con ottimi risultati…ecchevelodicoaffare…), chi è arrivato in uni a dare supporto in tenuta spiaggiaiola…
Dopo i convenevoli di rito post-esame, ci siamo dirette verso la dile-mobile: modello alfa 33 grigia metallizzata, coi dadi di peluche (stile bianco, rosso e verdone, per intenderci…). Posteggiata al sole. Essendo le ore 12.30 all’apertura dell’autoveicolo si è sprigionato un vento caldo proveniente dal deserto che non ci ha più abbandonato. In quest’avventura non eravamo sole, con noi c’era la compagna cleliassa, di nero vestita, sempre più sbarellata. Visto la temperatura gradevole e sopportabile (ci scendevano i goccioloni lungo la schiena), decidiamo di non uscire a Parma, ma di proseguire per Bologna. Perché vi chiederete? (ma anche no…la risposta è implicita). Perché il sabato c’è il mercato in montagnola…chevvicredevate? Quindi arriviamo a Bologna fradice e con una fame che spettina (ore 15), perché la dile non si voleva fermare all’autogrill, né per dissetarsi, né per assolvere a funzioni fisiologiche..
Quindi si posteggia in centro, all’ombra, e si rimane 15 minuti davanti al parchimetro, un po’ a capire come funziona, un po’ a prendere la brezza marina.
Ci rifocilliamo, tra un negozio di scarpe e l’altro. Ci avventuriamo per il mercato, ma non per spulciare tra le bancarelle. Le mete reali erano ben altre:
1. scout. Lo troviamo inseguendo i sacchetti dei passanti, sempre più frequenti sul nostro cammino. In realtà sapevamo benissimo dov’era, ma col bordello del mercato ci sarebbe servita una visione aerea. Entriamo, e per la cleliassa è l’inizio della fine. Sta male, continua a entrare e uscire dal negozio in preda ad attacchi di un morbo non ancora identificato. Noi con la bava alla bocca guardiamo ogni singola maglietta e poi comincia la punta. Conosciamo Fabrizio, è lui che ci illumina sulla strada di Damasco (non tutti gli uomini sono babbos). Ci proviamo quelle 1000 (bille per chi ha il raffreddore, tipo la cleliassa!) magliette, con Fabrizio (vecchio marpione) che apre le porte dei camerini (con scuse del tipo “fammi vedere cosa stai combinando con quel vestito!”), fa apprezzamenti ed elargisce preziosi consigli (“i reggiseni vanno eliminati”, “questo tiralo più su”, “questa maglia è troppo anni 80. Te la senti di rischiare?”… ). Alla fine 62 euro per l’ale e 82 per la dile, game over per la cleliassa.
2. la montagnola. Pieno di pula (pulotti)…per via di una manifestazione tribale (gran bella, però proprio non ci voleva!). Cerchiamo di attirare l’attenzione di mille marueghi, ma nessuno se la sente di fare il kamikaze con tutte le camionette che c’erano, e i cani bastardi. La cleliassa ha un tracollo. Anche perché aveva conservato i suoi risparmi apposta, resistendo a mille tentazioni dalle bancarelle.
Ce ne andiamo, anche se qualcuno (la dile) voleva comprare ancora…la maglietta con l’ispettore zenigata… (noooooooo!).
Recuperiamo il bolide, sommerso di fiori rosa. Dentro gran fresco. Partiamo in sgommata (come sempre) e prendiamo una via a caso (tanto si sa, tutte le strade portano a Parma!)…in realtà stiamo per finire in camporella (senza il commesso…) attorniate da extracomunitari. Poi finalmente recuperiamo la bussola e entriamo in autostrada. La cleliassa in tempo zero russa. La dile cerca di vedere la strada tra pezzi di fiore e scagazzate sul vetro. L’ale suggerisce “ma perché non pulisci il vetro?” la dile (astuta!) “capirai se c’è l’acqua!”. Arrivate a Lesignano Beach, con un movimento fortuito e inconsulto la dile aziona il tergicristallo munito d’acqua e il vetro si “pulisce” magicamente!
I cani ci assalgono, la cleliassa ci saluta distrutta. Noi ci sdraiamo sull’amaca e recuperiamo le forze.
3 comments:
Mi sa che qualcosa avete trovato, se la Dile parla di se' in terza persona...
Smoke da buddah!
la serata poi è proseguita con grigliata spettinante, condita da perle di saggezza polacca, sporca e gay.
qno insinua che siano fatti col pelo del gatto-kamikaze che ho stirato....
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